Il Metodo della lingua madre
Shinichi Suzuki,violinista e didatta, ebbe a metà del secolo scorso un’intuizione straordinaria: tutti i bambini, in qualsiasi parte del mondo, imparano con successo la propria lingua materna, grazie all’amore dei genitori e all’ambiente familiare che li circonda.
Questa osservazione, all’apparenza ovvia, diede origine a un’idea geniale:
applicare lo stesso processo all’insegnamento della musica!
Come avviene l’apprendimento della lingua materna?
- Inizia sin dalla nascita
- È sostenuto da un ambiente favorevole e affettivo
- Avviene attraverso ascolto e ripetizione
- Ogni piccolo progresso viene celebrato (quante volte vediamo genitori e nonni gioire per una sola nuova parolina?)
- Si svolge in modo ludico, rispettando i tempi di ciascun bambino
- I lenti progressi iniziali vengono accettati senza ansia
- Avviene in assenza di stress e pressioni
- Si apprende una cosa alla volta
- Il vocabolario già acquisito viene ripreso e perfezionato
- L’apprendimento è mnemonico e imitativo: il bambino prima parla, solo dopo – in età scolare – impara a leggere
Tutto ciò richiede una condizione fondamentale:
un ambiente stimolante e la partecipazione attiva dei genitori.
L’intuizione di Suzuki: applicare questo metodo alla musica
- Il bambino inizia a suonare il prima possibile, anche in età prescolare
- L’ambiente musicale è parte naturale della vita quotidiana del bambino e della sua famiglia
- L’apprendimento avviene per imitazione e ascolto: solo dopo aver acquisito solide basi tecniche, si introduce gradualmente la lettura musicale (intorno a metà del primo volume)
- Come avviene nel linguaggio, il bambino ascolta e ripete un frammento musicale, un ritmo o una melodia, guidato dai genitori sotto la supervisione dell’insegnante
- Il repertorio Suzuki è coinvolgente fin dai primi brani, consentendo piccole esibizioni che stimolano motivazione e autostima
- Ogni bambino ha i suoi tempi: suonare non è una gara, ma un percorso educativo individuale
- Il talento non è innato: si sviluppa attraverso ascolto, esercizio, costanza e ambiente positivo
- I tempi di apprendimento, soprattutto all’inizio, sono lenti: ci si concentra su postura, intonazione e qualità del suono, senza il peso della lettura
- L’intero percorso si svolge in un clima sereno, senza stress o pressioni
Suzuki diceva: “una cosa per volta”. L’esercizio è mirato a un obiettivo preciso – tecnico, musicale, di memoria – e si progredisce passo dopo passo, rafforzando la motivazione con tanti piccoli successi quotidiani.
I brani affrontati non vengono abbandonati, ma ripresi e perfezionati continuamente: questo consente al bambino di sviluppare un repertorio sicuro e sempre disponibile, da eseguire in qualsiasi momento. Un momento particolarmente significativo è il recital di fine volume.
Anche quando il bambino sarà in grado di leggere la musica, i brani continueranno a essere studiati a memoria, così da potersi concentrare pienamente su interpretazione, qualità del suono e comunicazione musicale.
Il ruolo del genitore
In tutto questo processo, il genitore è una figura fondamentale: partecipa attivamente all’azione educativa, affianca il bambino nella pratica quotidiana e crea, insieme all’insegnante, un ambiente di fiducia, ascolto e stimolo.
La musica, vissuta insieme, diventa un’esperienza profonda e condivisa, che va ben oltre lo strumento.
Il triangolo educativo
Nel metodo Suzuki, il bambino inizia a suonare uno strumento musicale il prima possibile, proprio come avviene nell’apprendimento della lingua materna. Questo percorso educativo si fonda su un ambiente stimolante e coinvolge tre protagonisti fondamentali: il bambino, il genitore e l’insegnante.
Il Genitore
Il genitore Suzuki è una figura chiave: desidera educare il proprio figlio attraverso la musica, senza necessariamente aspirare a farne un musicista professionista.
Il suo primo compito è creare un ambiente favorevole allo studio:
- predisporre uno spazio ordinato e silenzioso, senza distrazioni
- dotare il bambino di uno strumento adeguato
- pianificare un programma regolare, anche di pochi minuti al giorno, da ripetere più volte (4-5)
- accompagnare il figlio con affetto e fiducia, incoraggiandolo in ogni piccolo progresso, anche con semplici gratificazioni
Il genitore diventa una sorta di “maestro di casa”, un allenatore che lavora sulla formazione di buone abitudini: ripetizione regolare della lezione, organizzazione del tempo per partecipare a lezioni di gruppo, laboratori e campi estivi.
Non è necessario avere competenze musicali:
il genitore apprende insieme al figlio durante la lezione.
All’inizio il focus sarà su postura e tecnica, successivamente su note, diteggiatura, interpretazione e qualità del suono.
Organizzare lo studio a casa
Studiare a casa può essere difficile: il bambino non è sempre collaborativo. È importante non usare il termine “studio”, ma invitarlo semplicemente a “suonare per un po’”.
- Mai sottolineare subito gli errori: meglio valorizzare ciò che è andato bene
- Dopo l’ascolto, si individua il passaggio da migliorare e lo si affronta con serenità, seguendo le indicazioni dell’insegnante
- Evitare interruzioni durante l’esecuzione: il bambino preferisce essere ascoltato fino alla fine
- L’ascolto quotidiano del CD è fondamentale: può avvenire durante i giochi, i pasti, prima di dormire, in auto...
I bambini amano le ripetizioni: ascolteranno volentieri lo stesso brano, così come amano risentire la stessa favola ogni sera.
Il genitore si occupa anche di mantenere vivo il repertorio: Suzuki affermava che "la maggior parte dei bambini ama suonare ciò che conosce". Se un genitore dice “si annoia” o “questo brano non gli piace”, spesso sta proiettando il proprio stato d’animo sul bambino, con effetti negativi sulla sua motivazione.
Partecipare ad altre lezioni, soprattutto di bambini più grandi, è estremamente utile: rafforza la motivazione, genera aspettative e desiderio di migliorare. Per questo, sarebbe ideale assistere settimanalmente almeno a una lezione oltre a quella del proprio figlio.
L’Insegnante
Per Suzuki, insegnare ai bambini e contribuire alla loro crescita attraverso la musica è un privilegio, non un dovere:«Il mio insegnamento è il mio tempo libero... tempo piacevole per bambini, genitori e insegnanti.»
L’insegnante Suzuki è fiero di ogni piccolo passo avanti, anche se all’inizio i miglioramenti sono lenti – proprio come nell’apprendimento della lingua.
“Il bene più grande che possiamo fare per gli altri non è condividere
le nostre ricchezze, ma far emergere le loro.” – Anonimo
Il suo compito è guidare il bambino verso abilità musicali elevate, in modo positivo e naturale, aiutandolo a scoprire e sviluppare il proprio potenziale.
Con il suo lavoro, favorisce anche lo sviluppo di:
- concentrazione
- memoria
- coordinamento
- autodisciplina
- autostima
Queste abilità sono preziose ben oltre la musica.
L’insegnante ha anche la responsabilità di spiegare con chiarezza il metodo ai genitori, e di facilitare una buona comunicazione all’interno del triangolo educativo.
All’inizio, propone lezioni brevi, interessanti e divertenti, con obiettivi ben definiti. Suddivide le difficoltà in piccole parti, così da permettere al bambino di sperimentare sempre un senso di successo.
Lavora su un aspetto alla volta (suono, intonazione, fraseggio, memoria...), elogiando l’esecuzione nel complesso e poi focalizzandosi su un miglioramento specifico.
Usa strategie come:
- piccoli passi
- ripetizioni
- mani separate
- variazioni ritmiche
- dimostrazioni esagerate
- confronto fra due versioni per stimolare la scelta consapevole del bambino
Solo quando il bambino ha capito cosa e perché deve migliorare, viene assegnato un compito per casa. L’insegnante si assicura che anche il genitore abbia compreso chiaramente come proseguire.
Il Bambino
Il bambino inizia presto, spesso in età prescolare, apprendendo la musica come la lingua materna:
- ascolta costantemente
- ripete molte volte
- riceve incoraggiamento per ogni progresso
- aggiunge un elemento alla volta senza dimenticare i precedenti (repertorio)
- impara ad orecchio
Suzuki diceva:
“La conoscenza non è abilità. La conoscenza + 10.000 ripetizioni diventano abilità.”
L’esercizio costante automatizza i gesti tecnici, liberando la mente per l’espressività musicale. Ma non conta solo la quantità: è la qualità dello studio a fare la differenza.
Studiare non significa “suonare il pezzo dall’inizio alla fine”, ma isolare e risolvere un passaggio specifico.
Lo studio è efficace se:
- genitore e bambino sanno cosa fare e come farlo
- si è riposati e tranquilli
- lo studio è vario e interessante
- c’è una piccola ricompensa al termine
Anche le esibizioni pubbliche sono fondamentali: il concerto deve essere un’esperienza positiva, e il brano preparato con cura.
Con il tempo, il bambino diventa più autonomo. Il ruolo del genitore si sposta sullo sfondo, ma resta importante: può aiutare anche solo cinque minuti al giorno o nei giorni chiave prima della lezione.
A questo punto, insegnante e genitore dovranno trovare nuove strategie per sostenere la motivazione dello studente in crescita.
Come avviene la cooperazione fra i protagonisti del triangolo educativo?
Alla base della filosofia di Suzuki c’è la convinzione che talento ed abilità possano essere sviluppati in tutti i bambini. L’esercizio ed una educazione mirata, inserite nel naturale processo di crescita di ogni individuo, faranno emergere tali abilità.
Questo metodo educativo funziona se gli interessi, i pensieri e le idee del bambino sono continuamente stimolati e rinforzati dalla cooperazione tra genitore ed insegnante. Gli adulti che accompagnano il percorso hanno un obiettivo comune: l’educazione dello studente. Il compito del bambino non è quello di essere un piccolo adulto, ma di continuare ad essere un “bambino”, cioè essere se stesso, di godere del fatto che è in grado di fare buona musica e che il suo impegno porta ad avere grandi soddisfazioni.
Quando questo triangolo è ben equilibrato e tutte le parti comunicano liberamente eseguendo il loro compito, il successo è assicurato. Tutti i membri del triangolo percepiscono se stessi come parte integrante di un grande progetto.
Analizziamo nel dettaglio come interagiscono i tre protagonisti del triangolo educativo.
Insegnante ↔️ Bambino
- Durante la lezione lavorano insieme in un clima sereno e divertente;
- L’insegnante per tutta la durata della lezione presta cura e attenzione verso il bambino, lo gratifica sottolineando sempre i suoi punti di forza;
- Il bambino frequenta le lezioni volentieri e usa atteggiamenti positivi;
- Il percorso viene organizzato “step by step” cioè frammentato in tanti piccoli obiettivi;
- Cardine dell’insegnamento è la “dimostrazione” cioè il bambino ascolta, ripete e impara dagli esempi musicali eseguiti dall’insegnante;
- L’insegnante risolve a lezione il problema tecnico o musicale e comunica al bambino e genitore le strategie per continuare a studiare a casa.
- Insegnante e bambino lavorano continuamente sulla produzione del “bel suono” , sulla precisione dell’intonazione, sulla postura e sulla tecnica;
- Man mano che il ragazzo cresce, l’insegnante fa in modo che egli divenga gradualmente sempre più autonomo nello studio;
- L’insegnante lavora con entusiasmo e trasferisce al bambino la passione per la musica;
- Una volta completato il repertorio Suzuki, l’insegnante aiuta l’allievo a scegliere il percorso musicale successivo;
Insegnante ↔️ Genitore
- L’insegnante, prima di intraprendere il percorso educativo, spiega ad entrambi i genitori in maniera chiara e dettagliata gli obiettivi e il funzionamento del metodo;
- I genitori devono essere d’accordo e consapevoli che tale scelta educativa avrà delle conseguenze sulla loro organizzazione familiare;
- L’insegnante consiglia anche i libri o gli articoli riguardanti il metodo che i genitori avranno cura di leggere.
- Il genitore che si occuperà di seguire il bambino dovrà avere capacità didattiche, pazienza, entusiasmo e disponibilità di tempo;
- Durante la lezione il genitore ascolta in silenzio, osserva e prende appunti dettagliati. Fa delle domande se ha bisogno di chiarimenti specifici;
- Riguardo domande o problemi generici è meglio parlare in assenza del bambino anche attraverso messaggi o e-mail;
- Per affrontare i temi generali riguardanti la metodologia si possono anche organizzare delle lezioni o conferenze rivolte solo ai genitori;
- L’insegnante incoraggia sempre il genitore ed elargisce consigli pratici su come organizzare lo studio e come affrontare le eventuali difficoltà;
- Al genitore viene spiegato in modo semplice e dettagliato l’argomento della lezione e le strategie da adottare durante lo studio a casa.
- Il genitore rispetta l’insegnante e segue tutti i suoi consigli;
- Quando il bambino cresce il genitore dovrà gradualmente mettersi in secondo piano assecondando la necessità di autonomia del proprio figlio.
Genitore ↔️ bambino
- Il genitore diventa il “maestro di casa” del figlio;
- Il suo metodo di lavoro deve essere incoraggiante e positivo;
- Lavora a casa col suo bambino con amore, creando buone abitudini e un ambiente favorevole;
- L’esercizio giornaliero a casa diventa per bambino e genitore una routine;
- Il bambino rispetta il genitore e impara a lavorare con lui come fa con l’insegnante;
- Genitore e bambino ascoltano giornalmente la registrazione dei brani Suzuki;
- A casa lavorano in modo regolare, focalizzandosi sul compito assegnato dall’insegnante;
- Prestano attenzione alla qualità dell’esercizio: postura, posizione delle braccia e delle mani, dinamica, ritmo, note, equilibrio fra melodia e accompagnamento, diteggiature e fraseggi;
- L’esercizio è mirato allo sviluppo nel bambino delle capacità di ascolto e della produzione del “bel suono”;
- Si lavora ogni giorno anche sul ripasso del repertorio;
- Genitore e bambino osservano le lezioni di altri bambini, frequentano concerti, saggi, lezioni di gruppo, corsi estivi e workshop;
- Man mano che il bambino cresce, il genitore adotterà modalità di approccio differenti e lavorerà soprattutto sulla motivazione;